Uno sguardo all'interno del processo creativo di un comunicatore scientifico

Ruggero Rollini, Science Communicator, and Lenovo Innovator
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Ormai sono sette anni che mi occupo di comunicazione della scienza. Ho iniziato in modo molto amatoriale, raccontando a parole mie quanto imparavo all’università, mentre ero iscritto al corso di laurea in chimica. Ormai però questo è il mio lavoro. Anno dopo anno, giorno dopo giorno, sto cercando di affinare il mio processo creativo (che locuzione pretenziosa “processo creativo”). In sostanza cerco di trovare il modo di realizzare contenuti nel modo più veloce, ma completo e accurato possibile. Mi piacerebbe provare a raccontarvi questo processo. Tenete presente che, in realtà può cambiare molto a seconda dell’argomento o del tipo di contenuto. Quello che cercherò di fare è darvi un’idea di massima di come lavoro solitamente.

Ruggero Rollini

Scomposizione della formula

Partiamo dalla definizione del tema. Forse è la parte più semplice. Di solito cerco di parlare di qualcosa che mi interessa e tipicamente ho più idee che tempo per realizzarle. Diciamo anche che non sono un autore molto prolifico, quindi fatico anche a esaurire la lista di idee che tengo sparsa su diverse piattaforme. Quando mi viene un’idea me la appunto. O sulle note del cellulare, o su un block notes oppure su un documento che tengo sul pc. Ora che ci penso, potrei essere più ordinato in questa fase. Ma il bello viene dopo. Quando si tratta di sviluppare l’idea e fare ricerca.

La ricerca bibliografica è una delle mie parti preferite. Mi prendo per ore e, nella maggior parte dei casi, mi devo imporre di smettere. C’è sempre un articolo in più, una query di ricerca nuova, che mi piacerebbe approfondire. Solitamente però succede che, man mano che si leggono articoli su un argomento, la quantità di nuove informazioni significative diminuisce. Come se ci fosse una legge dei rendimenti decrescenti applicabile alla ricerca bibliografica. Solitamente parto cercando dei report di enti nazionali o internazionali sul tema che devo affrontare. Quando ci sono, tendono ad essere lavori molto completi e che restituiscono un quadro abbastanza chiaro di quale sia il consenso scientifico attorno a un tema. Le successive linee di approfondimento passano per le banche dati di articoli scientifici. Parto cercando delle review o delle metanalisi, cioè degli articoli che riuniscono i risultati ottenuti da tenti paper scientifici pubblicati nel corso degli anni. Sono un ottimo modo per avere un quadro generale e quando posso cerco di leggerne più di una, preferendo lavori pubblicati recentemente e su riviste prestigiose. Per me è il modo pi veloce per cercare di essere al passo con il più recente consenso della comunità di ricercatori su un tema. Una volta che ho un quadro abbastanza chiaro della situazione passo alle singole ricerche che mi interessano. Mentre leggo, riassumo tutte le informazioni utili su un documento. Quando devo scrivere un pezzo di divulgazione, mi viene più comodo attingere a tutte le informazioni utili su una sola fonte.  Si tratta di un lavoro che mi chiede molto tempo in fase di ricerca, ma che sveltisce enormemente la scrittura. Intanto tengo anche traccia di tutta la bibliografia che leggo, sia sul riassunto, che su un programma di gestione bibliografica. Cerco di essere molto ordinato. Non c’è nulla di più frustrante di aver letto un’informazione e non sapere più dove andarla a cercare.

Ruggero Rollini, Lenovo Innovator

Finita la ricerca mi dedico alla scrittura. Cerco di scrivere sempre tutto, anche i testi per i brevi video che pubblico sui social. Così cerco di dare la miglior struttura argomentativa a quello che dico. Di solito divido lo schermo in due. Da una parte tengo il documento con il testo e dall’alta il riassunto, che scorro in cerca di informazioni. La prima versione non è mai quella definitiva e di solito è meglio che il testo riposi un po’ prima di essere riletto a mente fresca. A questo punto la cosa più difficile e al tempo stesso più importante è tagliare. C’è sempre qualcosa di superfluo che può essere tagliato. Molto spesso ti dispiace tantissimo, ma è per il bene del contenuto. A questo punto, se si tratta di un pezzo scritto posso pubblicarlo, mentre se sto lavorando a un video sono solo a metà dell’opera.

Ruggero Rollini, Lenovo Innovator

La magia del cinema

Fare le riprese è sempre molto divertente. Soprattutto ora che ho uno stanzino che posso usare come uno studio, in cui tenere le luci e il microfono montati. È comodissimo poter montare la fotocamera e iniziare subito a riprendere. Specialmente dopo sei anni di monta-e-smonta il set ogni volta. Quando devo registrare un breve video, come per i reel o tiktok, mi leggo il testo, lo imparo e cerco di ripeterlo a parole mie. Mentre per i video più lunghi, mi faccio aiutare da un teleprompter. Anche in questo caso però cerco di non leggere e basta, ma di cambiare le parole a seconda di come mi sembra più naturale in quel momento.

Finite le riprese si passa al montaggio. Qui posso far pienamente uso della potenza del ThinkPad P16. Riesco a lavorare tranquillamente con file in 4K e ad esportare i video finiti in pochissimo tempo. Cerco di lavorare in piccole sessioni da non più di 45 minuti di fila.  Altrimenti rischio di alienarmi un pochino e mettere meno impegno nel montaggio. Quando parti fresco curo ogni singolo dettaglio e man mano che il tempo passa tendo a diventare un po’ più approssimativo. La pausetta serve a rinfrescarmi la mente per poter tornare al lavoro carico. Anche perché, diciamolo chiaramente, molto spesso quando la scrittura di un video è un po’ debole, un buon montaggio può salvare la baracca. Chiaro, non fa miracoli, ma di sicuro aiuta molto.

A questo punto il video è finito e pronto per essere pubblicato. Mentre io mi preparo a ricominciare la trafila con una nuova ricerca.

Ruggero Rollini, Lenovo Innovator

 

Se vuoi vedere il mio video che mostra come creo contenuti scientifici utilizzando Lenovo ThinkPad P16, fai clic sul video a sinistra. Illustro il mio processo di ricerca, scrittura, ripresa e montaggio e spiego come il ThinkPad P16 mi abbia semplificato la vita, soprattutto quando si tratta di editing. In qualità di innovatore per Lenovo, sono orgoglioso di utilizzare la loro tecnologia per creare contenuti che aiutino le persone a conoscere meglio la scienza.

 

Se sei interessato a vedere esempi del mio lavoro che ha attraversato questo processo creativo, o semplicemente vuoi tenere il passo con il mio viaggio #LenovoInnovators, seguimi su Instagram @RuggeroRollini.

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